Oggi, parlo del mio primo viaggio in Italia nel 1996. Avevo ventun’ anni e ero una studentessa all’università di Santa Barbara. Prima di partecipare nel programma di studiare all’estero, ho dovuto seguire sei corsi d’italiano perché tutti i miei corsi in Italia sarebbero insegnati in italiano. Andavo a vivere e studiare a Padova per un anno nella stessa università in cui insegnava Galileo. Ero molto emozionata e anche un po’ nervosa. Sul mio volo da Sacramento fino a Zurigo, mi sono seduta accanto a un uomo gentile che andava in Svizzera per un matrimonio. Noi parlavamo per tutto il viaggio, bevendo il vino e scambiando le storie. Quando l’aeroplano è atterrato, il mio nuovo amico mi ha aiutato a trovare il treno per andare alla stazione ferroviaria centrale. Ci siamo salutati e mi sentivo grata di averlo conosciuto. Quando sono arrivata alla stazione non ho capito come fare il biglietto e ho chiesto aiuto da un uomo lì vicino. Lui era simpatico e mi ha aiutato a comprare il biglietto e poi mi ha comprato il pranzo - un panino e una birra. Lui era svedese, ma parlava bene in inglese. Abbiamo chiacchierato un po’ e poi il mio treno è arrivato. Ha portato il mio grande zaino fino al treno e l’ha messo in una carrozza. L’ho ringraziato e poi il treno è partito. Nella carrozza dove mi sono seduta, c’erano una signora matura e alcuni uomini giovani. Lei era italiana ma non ho capito la nazionalità degli uomini. Mi fidavo subito di lei, ma gli uomini sembravano ubriachi e mi hanno fatto sentire scomoda. Lei ha cercato di parlare con me ma non mi ricordavo nulla. Le uniche parole che sono riuscita a dire erano “ciao, mi chiamo Daniela, grazie, e certo”. La signora gentilmente mi ha offerto un panino, e l’ho mangiato con gratitudine. Mi sentivo protetta da lei e da tutta la buona gente che mi aveva aiutato durante il mio viaggio. Mi addormentavo mentre il treno ci portava a Milano..
Today, I’m going to talk about my first trip to Italy in 1996. I was 21 years old and I was a student at UC Santa Barbara. Before participating in the study abroad program, I had to take six Italian courses because all of my courses in Italy would be taught in Italian. I was going to live and study in Padova for a year in the same university in which Galileo taught. I was very excited and also a little nervous. On my flight from Sacramento to Zurich, I sat next to a nice man who was going to Switzerland for a wedding. We talked for the whole trip, drinking wine and exchanging stories. When the airplane landed, my new friend helped me to find the train to get to the main train station. We said goodbye and I felt grateful to have met him. When I arrived at the station, I didn’t understand how to buy a ticket and I asked for help from a man nearby. He was nice and not only did he help me to buy a ticket, but he bought me lunch- a sandwich and a beer. He was Swiss, but spoke English really well. We chatted a little and then my train arrived. He carried my huge backpack to the train and put it in a carriage. I thanked him and then the train departed. In the carriage where I was sitting, there was an older woman and some young men. She was Italian, but I didn’t understand the nationality of the men. I trusted her right away, but the men seemed drunk and made me feel uncomfortable. She tried to speak to me in Italian, but I couldn’t remember anything. The only words that I succeeded in saying were, “hi, my name is Danielle, thanks, and certainly.” The woman kindly offered me a sandwich, and I ate it gratefully. I felt protected by her and by all of the kind people who had helped me throughout my journey. I fell asleep as the train carried us to Milan..